«Hammamet» racconta Bettino Craxi
E Harwood indaga su arte e politica

 

 

 

 

 

Donatella Codonesu - Corriere della Sera.it (www.corriere.it) - 25 febbraio 2013

 

Sipario

 

Luca Zingaretti esamina il rapporto tra artisti e nazismo. La guerra nello zoo di Sarajevo. Coppia e abbandono: tema universale, versione omogender


ROMA - Le ragioni del leader socialista e quelle degli «altri» in un’approfondita disanima della politica italiana dell’epoca, con la consulenza storica di Mattia Feltri. Un'opera di rilettura il cui debutto è affiancato giovedì 28 febbraio da un dibattito pubblico, all'Ambra alla Garbatella, con lo stesso figlio dello statista, Bobo Craxi. Con lui interverranno alla serata su «Craxi e la sinistra» Loredana De Petris (Sinistra Ecologia Libertà), Valentina Grippo (Partito Democratico), Paolo Guzzanti (ex presidente della commissione parlamentare d’indagine sul dossier Mitrokhin), Lucio D’Ubaldo (direttore de Il Domani d’Italia).

 

All’Eliseo, Luca Zingaretti con «La torre d’avorio» di Harwood indaga il rapporto fra arte e politica, prendendo spunto da un caso emblematico nella Berlino postbellica. La «Grande magia» che illude l’Italia secondo De Filippo, attualissima commedia poco rappresentata. L’universalità dell’amore prende corpo analogamente in due storie di abbandono: omosessualità in versione femminile e maschile, nel testo di Cocteau, già sullo schermo con la Magnani, e nella scrittura contemporanea di Carlotta Corradi. Il Don Giovanni di Latella al Valle Occupato e la spregiudicatezza di Bukowski al Forte Fanfulla. In una settimana densa di appuntamenti, questa la selezione di corriere.it

 

«Hamammet» testo e regia Massimiliano Perrotta, con Roberto Pensa, Andrea di Giovannantonio, Barbara De Blasio
Contro la tecnocrazia, l’analisi a distanza (di ben 17 anni) di un periodo fondamentale della politica italiana. Bettino Craxi lasciò l'Italia nel pieno dello scandalo Tangentopoli, nel maggio 1994: aveva appena perso l'immunità parlamentare e il 21 luglio 1995 venne dichiarato ufficialmente latitante. Morì in esilio volontario il Tunisia, il 19 gennaio del 2000 per un arresto cardiaco. In scena le ragioni e gli errori del leader socialista, ma anche quelli di chi lo avversò e oggi prova a rileggere quegli anni con equanimità. Consulenza storica di Mattia Feltri. Premio Giacomo Matteotti. Info: Teatro Ambra alla Garbatella


Luca Zingaretti ne «La torre d'avorio» «La torre d’avorio» di Ronald Harwood, regia Luca Zingaretti, con Massimo De Francovich, Peppino Mazzetta, Gianluigi Fogacci, Elena Arvigo, Caterina Gramaglia, 26 febbraio – 24 marzo
Ambientato nella Berlino del 1946, dove la caccia ai sostenitori del regime nazista mira a coinvolgere anche artisti che hanno continuato a lavorare pur non appoggiando la dittatura. Traduzione di Masolino d’Amico per un testo che si interroga sul tema della libertà dell’artista. Info:Teatro Eliseo

 

«Zoo paradiso» testo e regia Riccardo de Torrebruna, con Jonis Bascir, Riccardo de Torrebruna, Margherita Mannino, fino al 3 marzo
Il 4 novembre 1992 allo zoo di Sarajevo muore l’ultimo animale, un orso tibetano: i cecchini cetnici ha reso impossibile il rifornimento di cibo. In una scenografia degradata, percorsa dagli echi della guerra, si consuma la commedia umana di un bosniaco musulmano, il guardiano dello zoo, e un serbo, un visitatore con l’hobby della caccia. Nel ’96 debutto all'Actors Studio di New York (regia Susan Batson) e premio Enrico Maria Salerno per la Drammaturgia. Info: Teatro Spazio Uno

 

«La grande magia», di Eduardo De Filippo, regia Luca De Filippo, con Luca De Filippo, Massimo De Matteo, Carolina Rosi, fino al 10 marzo
Commedia tra le meno rappresentate, messa in scena solo dalla stesso Eduardo e poi da Giorgio Strehler al Piccolo di Milano. Storia di sentimenti umani filtrati dalla lente della poesia, per ricordare che «la vita è un gioco, e questo gioco ha bisogno di essere sorretto dall’illusione». Ma anche immagine cinica e disincantata di un’Italia immobile ed immutabile, che si lascia scivolare in un perenne autoinganno. Info: Teatro Quirino

 

«La voce umana» di Jean Cocteau, regia Paola Maffioletti, con Alessandro Ercolani, fino al 3 marzo
Monologo cult del ‘900 sulla perdita, famosa la trasposizione cinematografica di Roberto Rossellini con Anna Magnani. Qui in versione maschile ed omosessuale, immersa nell’evoluzione dei nostri costumi per sottolineare l’universalità di un tema che va oltre le connotazioni temporali, sociali o di genere sessuale. Info: Teatro dell'Orologio – Sala Orfeo

 

«Peli» di Carlotta Corradi, regia Veronica Cruciani, 2-3 marzo
Originale lavoro sul concetto di gender, in cui due donne giocando a carte si spogliano delle convenzioni borghesi raccontando la propria solitudine per la mancanza di un marito, perché morto o costantemente assente. Info: Teatro Palladium

 

«Don Giovanni, a cenar teco» drammaturgia Antonio Latella e Linda Dalisi, regia Antonio Latella, con Caterina Carpio, Daniele Fior, Giovanni Franzoni, Massimiliano Loizzi, Candida Nieri, Maurizio Rippa, Valentina Vacca, 27 febbraio – 2 marzo
Drammaturgia originale sospesa tra modernità e memoria. Don Giovanni è un “vampiro della vita”, che si nutre di amore ancora incontaminato, possedendolo per vivere. Spietato teorema sull’inganno e sulla matematica dell’amore, fra arie di Mozart e canzoni della Carrà. Info: Teatro Valle Occupato

 

«Bukowski. A Night with Hank» di D. Francesco Nikzad, diretto e interpretato da Roberto Galano, 28 Febbraio - 1 Marzo
Ritratto irriverente, perverso e puro di Charles Bukowski, in una notte particolare che divide il mito dello scrittore dal fragile ubriacone perdente. Nell’ambito del festival Parabole fra i sanpietrini. Info: Forte Fanfulla